- per la contrapposizione degli stili
- per un Pollock che non conosciamo
- Perché un anniversario va "festeggiato"
Chi pensa ad una mostra di Jackson Pollock, generalmente non immagina opere piccole dove lo spazio e le forme sono contenute, bensì opere di grandi dimensioni, piene di colore, fatte senza cavalletto né pennelli, quelle tele che appoggiate al pavimento lo riempiono e attorno alle quali l'artista gira per "entrarci" ed esprimere tutta la sua forza.
Questo è il Pollock che conosciamo, l'americano che dipinge con la tecnica del dripping (sgocciolatura) utilizzando bastoncini, cazzuole, smalti e impasti materici, l'artista che mette alla base di ogni opera impulso e istinto.
Ma per quale logica e per quale motivo questo artista così moderno viene ospitato in un palazzo rinascimentale?
La risposta la troviamo nella sua formazione: Michelangelo!
La mostra, infatti, fa parte di un progetto di iniziative culturali dedicato al 450° anniversario della morte del Buonarroti.
Il "primo" Pollock, quello che pochi conoscono, ha studiato le forme e la "forza" sui corpi disegnati dal Maestro.
Questa selezione di disegni, realizzati da Pollock durante gli anni della formazione presso l’Art Students League di New York e conservati presso il Metropolitan Museum di New York, ci permette di conoscere la mano e lo stile dell'artista, del quale sono famose al pubblico solo le "macchie di colore", prima dell'evoluzione.
La sua preparazione artistica ha una base figurativa che viene abbandonata e sostituita con la tecnica del dripping, dell'antifigurativo e dell'astrattismo nel momento in cui istinto e genio prendono vita nella sua pittura e l'uso della mano diventa uso del corpo al completo.
Le opere esposte non sono molte ma permettono allo spettatore di farsi un'idea del processo evolutivo dell'artista, che venga compreso e apprezzato o meno!
Dove? Firenze, Palazzo Vecchio, fino al 27 luglio 2014.
marel