- Vedere uno degli artisti cardini del Novecento
- Per conoscere un Dalí ispirato all’arte classica
- Genio, follia, scienza, classicismo… serve altro?
Salvador Dalí era uno dei maestri dell’arte del secolo scorso. Polifunzionale, sovrapproduttivo e ipereclettico, l’opera di Dalì è difficilmente inquadrabile in definizioni univoche e punti di vista assoluti. I punti di vista il pittore li ribaltava continuamente, scartava le soluzioni più ovvie e amava mescolare gli stili. Legato al figurativo, era amante dell'astratto, quello connesso alla metafisica e al suo metodo paranoico-critico che scomponeva le sue opere in atomi.
La mostra di Dalí a Palazzo Blu di Pisa, organizzata con la collaborazione della Fundación Gala-Salvador Dalí e MondoMostre è stata prorogata fino al 19 Febbraio 2017.
L'esposizione, a cura di Montse Aguer i Teixidor, direttrice del Centre Estudis Dalinians della Fundación Gala-Salvador Dalí, mostra una visione insolita e spesso trascurata da rassegne più grandi: l'ispirazione Classica del Rinascimento e dell'arte Italiana in generale.
Il pittore spagnolo amava l'Italia, lo dimostrano i suoi ripetuti viaggi nella nostra nazione, Dalí studia Michelangelo, Raffaello e Benvenuto Cellini.
La Poligrafica di Stato Italiana commissiona a Dalí di illustrare un'edizione della Divina Commedia. Paradiso, Purgatorio e Inferno diventano sotto le mani dell'artista, magnifici acquerelli Surrealisti. Peccato che dopo le critiche sulla nazionalità spagnola dell'illustratore, la Poligrafica non ha mai stampato questa edizione.
Nella mostra si possono ritrovare opere di Michelangelo come la Pietà, il Mosè e la tomba di Giuliano de'Medici, reinterpretate, decostruite e messe in un contesto metafisico tipico della pittura spagnola di Dalì. Un vortice di richiami che mescolano i soggetti dell'arte antica con lo studio e l'inspirazione scientifica, come le bombe nucleari di Hiroshima e Nagasaki e la fisica quantistica di cui leggeva voracemente tomi su tomi.
Trova posto nelle sale del Palazzo Blu anche un'altra serie di illustrazioni commissionata al "pintòr", l'autobiografia di Benvenuto Cellini che diventano piccoli quadri visionari e onirici.
Casto sessualmente nella vita, provocatore nelle sue opere, Salvador Dalì viene ben raccontato se non completamente attraverso i quadri, con un'ottima esposizione di dascalie, filmati e informazioni ipertestuali.
M.G.