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martedì 17 gennaio 2017

Dalí - Il Sogno del Classico




  • Vedere uno degli artisti cardini del Novecento
  • Per conoscere un Dalí ispirato all’arte classica
  • Genio, follia, scienza, classicismo… serve altro?




Salvador Dalí era uno dei maestri dell’arte del secolo scorso. Polifunzionale, sovrapproduttivo e ipereclettico, l’opera di Dalì è difficilmente inquadrabile in definizioni univoche e punti di vista assoluti. I punti di vista il pittore li ribaltava continuamente, scartava le soluzioni più ovvie e amava mescolare gli stili. Legato al figurativo, era amante dell'astratto, quello connesso alla metafisica e al suo metodo paranoico-critico che scomponeva le sue opere in atomi.


La mostra di Dalí a Palazzo Blu di Pisa, organizzata con la collaborazione della Fundación Gala-Salvador Dalí e MondoMostre è stata prorogata fino al 19 Febbraio 2017.
L'esposizione, a cura di Montse Aguer i Teixidor, direttrice del Centre Estudis Dalinians della Fundación Gala-Salvador Dalí, mostra una visione insolita e spesso trascurata da rassegne più grandi: l'ispirazione Classica del Rinascimento e dell'arte Italiana in generale.

Il pittore spagnolo amava l'Italia, lo dimostrano i suoi ripetuti viaggi nella nostra nazione, Dalí studia Michelangelo, Raffaello e Benvenuto Cellini.
La Poligrafica di Stato Italiana commissiona a Dalí di illustrare un'edizione della Divina Commedia. Paradiso, Purgatorio e Inferno diventano sotto le mani dell'artista, magnifici acquerelli Surrealisti. Peccato che dopo le critiche sulla nazionalità spagnola dell'illustratore, la Poligrafica non ha mai stampato questa edizione.



Nella mostra si possono ritrovare opere di Michelangelo come la Pietà, il Mosè e la tomba di Giuliano de'Medici, reinterpretate, decostruite e messe in un contesto metafisico tipico della pittura spagnola di Dalì. Un vortice di richiami che mescolano i soggetti dell'arte antica con lo studio e l'inspirazione scientifica, come le bombe nucleari di Hiroshima e Nagasaki e la fisica quantistica di cui leggeva voracemente tomi su tomi.

Trova posto nelle sale del Palazzo Blu anche un'altra serie di illustrazioni commissionata al "pintòr", l'autobiografia di Benvenuto Cellini che diventano piccoli quadri visionari e onirici.


Casto sessualmente nella vita, provocatore nelle sue opere, Salvador Dalì viene ben raccontato se non completamente attraverso i quadri, con un'ottima esposizione di dascalie, filmati e informazioni ipertestuali.

M.G.

domenica 5 agosto 2012

La notte dei Gatti@museo Pecci.

-Amarcord Pratese: "m'è morto il gattoooo"
-Paolo Conte in salsa di Caciucco
-La buona nuova musica Italiana, che non passa da X-Factor.

Prime serate d'agosto, caldo, fin troppo sui gradoni dell'anfiteatro del Museo Pecci, cornice dell'evento musicale "La notte dei Gatti". Il gruppo di apertura sono i pratesissimi "Edipo e il suo complesso", gruppo che al vecchio Cencios suonava a mesi alterni (uno si e uno no!) e che commuovono con la loro "with or without you" degli U2 che diventa "M'è morto il gatto!".

Gatti invece molto vivi per Pisa, presenti nel loro quartetto voce, batteria (jazz), piano e contrabbaso.
I gatti mezzi suonano magnificamente in uno stile che va dall'eccentricità di Paolo Conte allo stile gessato di Fred Buscaglione. In puro dialetto pisano (fra vaìni e i ponce) raccontano storie di provincia all'ombra della torre pendente, ma sopratutto... un amore sconfinato per la pesca e il mare!
Se in "Portami a pescare" Tommaso Novi ammette la sua passione contro l'odiosa montagna ("c'è l'inverno d'estate"), "sott'Arno stasera" paragona il loro amore come quello di cee e angullia e "si fa un figliolo e a nuotare gli s'insegnerà", fino alla e la ricetta del più famoso piatto di pesce nella "la zuppa e r cacciucco"!




Sono strani i personaggi di provincia raccontati nel jazz/ragtime pisano: clochard, bulli di periferia (anzi "gallacci"), pigri (era così pigro che lo chiamavano "occhiaia"), pazzi che vedono le balene a Marina di Pisa, fino ai famigerati odiati cugini livornesi! Quelli che "hanno due e spendano dodici!".

Una visione sociologica di realtà tutt'altro che anacronistiche, scatti fotografici che ancora esistono, e che vengono messi in musica dal duo Novi e Bottai e che raggiungono l'apice della pisanità lessicale nel monologo "sur purmà". Micidiale la risposta alla domanda degna della rivista Focus: Lo sai perchè il mare è salato?". La risposta nel video qua sotto.


Artro che "Pisa Merda!".

MG.