mercoledì 19 settembre 2012

Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle.

-Lo stile minimale e altamente narrativo.
-Farsi un'idea sui territori palestinesi (spesso nelle cronache mediatiche, ma difficilmente riassumibile).
-Leggere un libro di viaggi, storia, bellezze, società e contrasti religiosi.

I libri di Guy Delisle sono dei veri e propri diari a fumetti più che di viaggi, di periodi di vita passati in città quanto meno difficili. Dopo la Pyongyang della dittatura coreana, l'industriale città cinese Shenzem e la cruda Birmania, l'autore canadese racconta in trecento e rotte pagine un anno di vita nei territori Israeliani/Palestinesi.



L'autore parte con i due figli per seguire la moglie impegnata in una ONG, per quello che l'incrocio più caldo di religioni del pianeta: Gerusalemme e i territori circostanti. La città conta presenze mussulmane, ebraiche, cattoliche, cristiane ortodosse e sammaritane! Il suo punto di vista è, come nei libri precedenti, puro e senza idee di partenza, Guy è un osservatore di  "forzate stranezze", quando non sono dei veri e propri soprusi.



Lo sguardo è sempre tra quello tra il turista che visita i luoghi più belli e significativi per le varie religioni (la chiesa della natività, il muro del pianto, la Moschea della Cupola della Roccia, solo per citarne alcuni), alle difficoltà della vita quotidiana (il muro che impedisce l'accesso a parte della città costringendolo a compiere giri pazzeschi, i continui ed estenuanti check point, il traffico cittadino incredibile, le normali persone israeliane che girano armate), fino ad arrivare a dei veri mini racconti di poche pagine senza parole per descrivere con i suoi occhi da occidentale ateo la follia della religione (da quella degli ultra-ortodossi israeliani che prendono a sassate la sua macchina con la famiglia a bordo solo perché viaggia in un loro quartiere di sabato, alla studentessa del suo corso di disegno completamente coperta dal velo che non può disegnare figure umane!).



L'anno trascorso inoltre è il 2008, lo stesso anno dell'attacco di Israele nella striscia di Gaza, la cosiddetta "operazione piombo fuso" (per maggiori informazioni vedere qui). Nelle varie interviste/incontri che ha l'autore con i palestinesi hanno un'unica morale: tutte le azioni belliche e di occupazioni israeliane hanno un effetto opposto, quello di rafforzare Hamas e gli altri gruppi estremisti.



Il libro ha vinto quest'anno il Festival di Angoulême, la narrazione non ha nessuna retorica, non è un trattato storico-poltico, ma scorre in uno stile fluido e minimale, dove le parole sono ridotte al minimo, ma con un risultato narrativo sicuramente efficace. Delisle riesce a suscitare emozioni, ma allo stesso tempo non sbilanciandosi in accuse su alcuni comportamenti dei coloni israeliani e lasciando che sia il lettore a farsi una propria idea e ad esprimere un ssuo commento.

Sul  sito del corriere della sera è pubblicata una preview del libro.

MG.

domenica 16 settembre 2012

A Prato torna la mostra del Fumetto anzi... Prato Comics & Gam... & Play!

-Le copertine originali di Dylan Dog di Angelo Stano.
-Le tavole del Marveliano Simone Bianchi.
-Il coraggio e la follia dei Cosplay!

Dobbiamo dirlo questo settembre Pratese è veramente una sorpresa: piazza Mercatale relegata quasi sempre a piazza parcheggio piena di persone, la palla grossa (che può piacere o meno ma funziona), la festa medievale che ha riempito di persone una zona della piazza quanto meno "buia e solitaria" e... il Prato Comics and Play!




Negli anni '80-90 Prato era un piccolo punto nel panorama geofumettistico italiano, Stefano Bartolomei era riuscito negli anni ad organizzare la "mostra del fumetto" e a portare nomi importanti come Luca Enoch, Hugo Pratt, Will Eisner e Andrea Pazienza. Poi per anni, otto per la precisione, il silenzio fino a quando la manifestazione rinasce con il nuovo nome di Comics & Play che richiama molto la cugina maggiore Lucca. Gli ospiti sono la parte più succulente dell'evento, si va da uno dei maestri storici dell'animazione Made in Italy, Bruno Bozzetto, ad il disegnatore delle copertine (nonché di alcuni albi storici) di Dylan Dog, Angelo Stano, fino ad un disegnatore della "casa delle idee" Marvel l'italiano Simone Bianchi.



L'evento è arricchito dall'associazione Luce Nera che si occupa dei giochi di ruolo dal vivo, dalle sfilate/gare di Cosplay (la parte più pittoresca e allegra) e dagli stand della mostra mercato. Molti affermano che i tre mondi, fumetti/gioco di ruolo/cosplay siano separati e difficilmente mal conciliabili. Il fenomeno cosplay è, si voglia o non si voglia, direttamente discendente dal mondo fumetto (in particolare manga, ma anche comics americani, e cinema). Il terzo, i giochi di ruolo, spesso hanno una location spazio-temporale simile ai fumetti, spesso sono illustrati da disegnatori che sono anche fumettisti e molto più semplicemente hanno un target di pubblico in comune. Io credo che i tre mondi possono convivere, non è un caso che l'evento di Lucca sia esploso a livello di successo di pubblico quando al fumetto si è unito il mondo dei Games e quando hanno ufficializzato il movimento otaku dei cosplay. Un mondo quest'ultimo che gode di una freschezza e forza che forse al fumetto, ahimè, manca. E lo dico con rammarico visto che preferisco di gran lunga l'arte disegnata dei comics al carnevale allegro dei cosplay.



Credo invece che i tre mondi devono crescere in spazi e con manifestazioni più degni di questo nome. La proiezione di un lungometraggio d'animazione candidato all'oscar come "Chico & Rita" non può essere proiettato in una sala laterale minuscola e calda al cinema Terminale. Le splendide tavole di Angelo Stano e Simone Bianchi soffrono in una location come Officina Giovani più adatto ad una manifestazione di teatro Off o concerti che ad una mostra artistica (una parola anche sulle sale nuove prive di pareti a cui attaccare ogni tipo di cornice!) di fumetti.





Insomma gli organizzatori (e la loro cultura) ci sono, i nomi e gli ospiti ci sono, l'entusiasmo (credetemi a officina ce n'era tanto!) c'è, persino il pubblico di appassionati non manca... buona la prima, nuova, edizione, ma facciamo che la seconda abbia il giusto rispetto nei luoghi dove si svolge!

MG.

domenica 5 agosto 2012

La notte dei Gatti@museo Pecci.

-Amarcord Pratese: "m'è morto il gattoooo"
-Paolo Conte in salsa di Caciucco
-La buona nuova musica Italiana, che non passa da X-Factor.

Prime serate d'agosto, caldo, fin troppo sui gradoni dell'anfiteatro del Museo Pecci, cornice dell'evento musicale "La notte dei Gatti". Il gruppo di apertura sono i pratesissimi "Edipo e il suo complesso", gruppo che al vecchio Cencios suonava a mesi alterni (uno si e uno no!) e che commuovono con la loro "with or without you" degli U2 che diventa "M'è morto il gatto!".

Gatti invece molto vivi per Pisa, presenti nel loro quartetto voce, batteria (jazz), piano e contrabbaso.
I gatti mezzi suonano magnificamente in uno stile che va dall'eccentricità di Paolo Conte allo stile gessato di Fred Buscaglione. In puro dialetto pisano (fra vaìni e i ponce) raccontano storie di provincia all'ombra della torre pendente, ma sopratutto... un amore sconfinato per la pesca e il mare!
Se in "Portami a pescare" Tommaso Novi ammette la sua passione contro l'odiosa montagna ("c'è l'inverno d'estate"), "sott'Arno stasera" paragona il loro amore come quello di cee e angullia e "si fa un figliolo e a nuotare gli s'insegnerà", fino alla e la ricetta del più famoso piatto di pesce nella "la zuppa e r cacciucco"!




Sono strani i personaggi di provincia raccontati nel jazz/ragtime pisano: clochard, bulli di periferia (anzi "gallacci"), pigri (era così pigro che lo chiamavano "occhiaia"), pazzi che vedono le balene a Marina di Pisa, fino ai famigerati odiati cugini livornesi! Quelli che "hanno due e spendano dodici!".

Una visione sociologica di realtà tutt'altro che anacronistiche, scatti fotografici che ancora esistono, e che vengono messi in musica dal duo Novi e Bottai e che raggiungono l'apice della pisanità lessicale nel monologo "sur purmà". Micidiale la risposta alla domanda degna della rivista Focus: Lo sai perchè il mare è salato?". La risposta nel video qua sotto.


Artro che "Pisa Merda!".

MG.

sabato 28 luglio 2012

Un altro Uomo Ragno?

-per il ruolo inedito del padre di Peter Parker
-scende sempre una lacrima alla morte di zio Ben
-perchè se sei cresciuto con il tessiragnatele... lo amerai sempre!

La domanda che mi sei posto un anno fa quando hai visto il primo trailer di "The amazing Spider-man" è sempre la solita: un nuovo film sulle origini dell'Uomo Ragno dopo i tre film di Raimi?




E ancora me la continuo a fare.

Perchè se nella nuova trilogia di Batman (con Christian Bale protagonista) i toni, le atmosfere, la recitazione e la credibilità dell'uomo pipistrello è totalmente cambiata rendendola più dark e meno fumettosa... in questa pellicola del regista americano Webb (nome omen dire, web=ragnatela!) non si distacca poi tantissimo dal primo capitolo della precedente trilogia. La maggiore differenza a livello di sceneggiatura è sicuramente la più apprezzata: il ruolo misterioso e principale del padre di Peter Parker, scienziato morto in circostanze del tutto chiare.

Per il resto poco cambia: il conflitto con Thompson, i poteri ricevuti, nuovo cattivo (un Lizard insolitamente grande e come ammette il padre di Gwen ricorda i dinosauri di Jurassic Park!), la morte di zio Ben (più credibile, sniff...) e swinswap via con le ragnatele sui palazzi. Cambiano le tecnologie, i punti di vista... ma la trama è sempre quella!


Ma poi pensi: anche in Amleto la trama è sempre quella, anche nell'Odissea di Omero... e anche nel Pinocchio di Collodi! Eppure vengono rappresentate continuamente in nuove e vecchie versioni in libri, teatro e al cinema! Allora pensi che i supereroi (come già detto in questo blog) sono la nuova mitologia per il popolo amerincano. E in fondo gli attori sono tutti bravi (nessuno escluso) e forse non conviene più godersi lo spettacolo che porsi la solita domanda: valeva la pena girare un nuovo film su l'Uomo Ragno?

MG.

venerdì 20 luglio 2012

Subsonica@Pistoia Blues.

-Ballare in Piazza Duomo;
-Il suono degli anni '90, '00 e '10;
-La cover di "Up Patriots to Arms" di Battiato;


Tempo d'estate! Le piazze e le arene di tutta la Toscana si riempiono di concerti. Se Lucca porta a suonare i Kasabian, Laura Pausini e DuranDuran, Arezzo (Wave bentornato in Toscana!) punta su Nina Zilli, Caparezza, Yann Tiersen e i Crookers, Prato conta su Francesco De Gregori e la brasiliana Maria Gadù, e il buon vecchio Pistoia Blues? Paolo Nutini, B.B. King e... i Subsonica!



Il gruppo di Torino ha concluso il tour dell'ultimo album "Eden" e subito riparte con Istantanee Tour (dal nome del primo singolo) dedicato ai quindici anni d'attività musicale di Samuel & Co. Per festeggiare i 15 anni i Subsonica hanno pubblicato il libro X15, dove 15 autori (tra cui Luciana Littizzetto, Massimo Gramellini e Marco Travaglio) raccontano 15 storie dedicate a 15 canzoni. Per Pistoia il gruppo ha una nuova scaletta di pezzi che spazia da pezzi storici, come "Cose che non ho", "Colpo di Pistola", "Discolabirinto" e "Depre". I fan della prima ora sicuramente ringraziano!



La formazione è in forma smagliante e, complice un clima estivo da concerto all'aperto, ha voglia di far ballare il pubblico: la linea comune di tutta la scaletta è data dal numero più o meno elevato di BPM ed è impossibile non muoversi. Tutto questo a discapito di pezzi più "intimisti", come li definisce Samuel stesso sul palco, anche famosi come "Incantevole", "Dentro i miei vuoti" o "Dormi". Tutto questo trasforma piazza Duomo a Pistoia  in una dance floor con una scenografia unica. I Subsonica non saranno una "Nuova Ossessione", ma sicuramente rimangono una buona conferma!



MG.

mercoledì 23 maggio 2012

Incontro con Philippe Daverio @Palazzo Pretorio, Prato.


Il miglior pregio di Daverio (critico d'arte, giornalista e conduttore televisivo di programmi come Passpartout e Il Capitale) è la sua capacità di legare un'opera artistica con un'altra geograficamente, stilisticamente e spesso cronograficamente differente. Di questo suo pregio ne ha fatto uno stile e riesce a passare da De Chirico a Leonardo Da Vinci, da Duchamp a Platone, dall'architettura fascista alla filosofia.

In una Prato attenta alla cultura (siamo la città della statuetta etrusca di Pizzidimonte conservato al British Museum, di Filippino Lippi, di Curzio Malaparte, della statua di Moore, del teatro stabile della Toscana Metastasio, del Museo d'arte contemporanea Pecci e di quello Tessuto, ma ogni tanto ce lo scordiamo) con un vasto pubblico, Daverio presenta il suo libro "Il museo Immaginato" pubblicato per Rizzoli.


Rispetto alla figura didascalica televisiva, dal vivo Daverio è molto più ironico e sciolto (grazie anche al gintonic in mano) e spazia tra il ruolo del museo ("si dovrebbe vedere un quadro solamente in un museo, siete mai stati in una biblioteca e letto tutti i libri? O in una paninoteca ed aver mangiato tutti i panini?", "si esce dal Louvre dopo due ore, abbiamo visto duecento quadri, non ci abbiamo capito niente, abbiamo i piedi gonfi e un gran mal di testa!"), al suo passato elettorale (è stato assessore nel comune di Milano durante la giunta Albertini), all'arte contemporanea ("il cane di palloncini di Jeff Koons rappresenta in pieno il vuoto culturale americano"). Daverio espone il suo progetto di Museo all'aria aperta, ovvero creare una guida gratuita scaricabile che descrive i dettagli delle nostre opere d'arte (capitelli di Duomo, colonne e gargoyle ecc...), perchè la nostra Nazione è un continuo museo che va valorizzato e fatto conoscere.




Un ultimo appunto: rispetto alle tante persone che sono accorse, lo spazio offerto dall'assessorato alla cultura era totalmente insufficiente (sia la stanza in caso di pioggia, che il cortile del finalmente riaperto  Palazzo Pretorio). Questi incontri culturali stanno ricevendo l'attenzione che si meritano (il festival Dialoghi sull'uomo a Pistoia è sold out), facciamo in modo che siano organizzati in spazi adeguati. La cultura e il Paese vi ringrazierà.

MG.

martedì 8 maggio 2012

QVINTA


- curiosità
- ironia
- sorprese



"La verità non importa mai", nessuno la vuole sapere, -nessuno vuole trovare una via d'uscita perché a nessuno piace-, dove andiamo, cosa facciamo, la ricerca, il mutamento... succede. Punto.
Entrare, uscire, cambiare, diventare qualcos'altro o qualcun altro, nascere, morire.

La protagonista principale è la Quinta, l'"elemento" teatrale usato dagli attori per nascondersi al pubblico durante lo spettacolo ed entrare in scena quando è il loro turno, l'elemento che separa atto "finto" e realtà, il falso dalla verità .... ma "la verità non importa mai!"... e non sai mai quanto tu sia personaggio oppure no.

Uno spettacolo geniale, esilarante, che ti fa ridere e pensare a cosa sei, a cosa vorresti e potresti essere e a come ti trasformi.
Un gioco di entrate e uscite in tempi perfetti. Bravissimi gli attori, di una coordinazione eccellente, nelle immagini e nei giochi con le mani, con le uscite e le trasformazioni, dall'adorazione della quinta come "madre" di tutto quello che noi spettatori vediamo,  alla trasformazione di un personaggio nell'altro, Aldo che passa dietro la quinta e si trasforma in Armando, di Armando che ritorna Aldo, poi in Pasquale e in Riccardo, ma anche in coniglio perché "il coniglio fa contemporaneo", in foca, in cani giocattolo, in pesce rosso, supportati anche dalla piccola collaborazione del pubblico e dal meraviglioso pupazzo (muppets) vestito da Spiderman. 
Bello il riferimento all'Enrico V di Shakespeare che rappresenta la realtà con la finzione scenica ma, cosa sei fuori dal palcoscenico?? Chi sei dietro la Quinta?? 
Mi piace però associare buona parte dello spettacolo al teatro pirandelliano, (Enrico IV), al rapporto tra personaggio e uomo (finzione e verità), alla follia che nn ti permette di vedere le cose come sono davvero, che ti permette di non vedere quello che potrebbe farti male, che potrebbe farti soffrire, la follia come rifugio, come rottura con la falsità della realtà.
Ho scritto il vero o il falso?? La prossima volta venitelo a vedere!


marel





QVINTA

di Teatrificio sseDi e con Aldo Gentileschi Riccardo GorettiArmando Sanna Pasquale Scalzi