giovedì 24 febbraio 2011

Ottaviano Blitch @ Officina Giovani.

-Rock
-Voce Radiofonica
-Edonismo

Quello del deejay radiofonico è uno dei mestieri più affascinanti che esista. Alcuni di loro creano dei personaggi programmi e alcuni di loro sono fisicamente l'opposto di quello che sono in radio.
Ottaviano Blitch, non fa parte di questi ultimi. Su Virgin Radio conduce, interpreta e dirige il Virgin Motel. La sua voce in radio è calda e un po' inquietante, ti introduce in un ambiente rock, desolato, una specie di confine tra Messico, Route 66 e deserto. Ascoltandolo ti domandi ma: ma questo ci è o ci fa?
In un officina giovani purtroppo con poco pubblico, Mr. Blitch arriva con la sua band ed è subito energia. Alto con una bandana foulard (mia madre la chiamerebbe la pezzola) degna del cantante degli Aerosmith, jeans tanto stretti da lasciare poco all'immaginazione, il fisico da Iggie Pop e le movenze tra Mick Jagger, Axl Rose e Britney Spears (di cui penso abbia rubato anche gli stivali), Ottaviano canta, salta e si muove come un vero animale rock. Poco importa se non è in uno stadio stracolmo, il rock è rock sempre e lui ringrazia quello che chiama il suo "intimo e vicino" pubblico. La sua voce inconfondibile tra un pezzo e un altro ti riporta alla mente quello che senti di notte su Virgin Radio... si ma come suona e canta? Suona tutto bene... tra cover (da Bon Jovi a tutto quello che passa la sua radio) e pezzi originali, tutto scorre energico, inevitabilmente edonistico, insomma Ottaviano Blitch c'è... e ci fa pure!
E anche se il pubblico è scarso: It's only rock & roll, baby!

MG.

mercoledì 16 febbraio 2011

Ad Ernesto De Pascale.

Scrivo queste parole, per Ernesto e per me, per fermarle  e mettere in ordine.
Il primo approccio con Ernesto De Pascale non è stato molto dei migliori.
Scrivevo in una redazione alle prime armi, erbamagazine, un progetto del Punto Giovani Europa e chiamarono Ernesto per farci un workshop sul giornalismo online. Lui, molto professionalmente, ci volle incontrare, uno a uno, chiedendoci di mandargli poche righe di CV. Durante il colloquio aveva un atteggiamento spavaldo e di supponenza. Mi chiese il perchè di quella parola alla fine del mio curriculum "corrompibile". Gli spiegai che mi ero un po' stancato di tutto quel "purismo e senso di incorruttibilità" tipico dell'adolescenza, lui capì e ci rise sopra.
Durante il workshop ci spiegò come lavora una redazione, accrediti e cartellone, inchieste ecc... ci chiese un'inchiesta su officina giovani, la sede che ci ospitava, e la cosa diede noia a parecchie persone. Alcune ritrassero le parole dette in interviste, ma alla fine l'inchiesta uscì.
Alla fine di ogni incontro Ernesto raccontava aneddoti incredibili, come le feste da Tognazzi dove l'attore cucinava per tutti (con particolari che non posso dire), oppure quando andò a Sanremo con Bertallot e gli aeroplanitaliani e riuscì a "fregare" gli organizzatori, riuscendo a far passare gli oltre 20 secondi di silenzio, che sono una vita in televisione, mettendo una pausa sugli spartiti dell'orchestra. video
Un giorno ci disse: "vado a Londra per la conferenza stampa per in nuovo disco di Prince". Tornò e ci raccontò di come il principe di Minneapolis aveva fatto impazzire l'organizzazione per trovare dei tendaggi viola che lui pretendeva come scenografia!
Ci suggerì di registrare la testata e staccarci dal patrocinato, sennò la cosa sarebbe morta pian piano. Non l'abbiamo fatto ed Ernesto ebbe ragione.
Alcuni di noi dopo il workshop continuarono a scrivere qualche recensione per il suo sito mantendo un contatto, ma rimanemmo sorpresi quando ci invitò al suo cinquantesimo compleanno, in quanto non credevamo di essere così confidenza e di essergli così a cuore.
La festa fu in una villa vuota con la carta da parati blu e gigli dorati nel fiorentino. Era, forse, la prima volta che uscivo con quelli che adesso sono i miei migliori amici. Gli regalammo un cappello, una tuba, non so bene perché, ci faceva tanto rock e tanto "maestro di cerimonia".

C'era Franco Godi, che accennò in versione acustica con chitarra alcune delle mille canzoni della pubblicità che aveva scritto (da Orzoro a le scarpine Chicco!), una band di giovani chitarra, basso e contrabbasso e alla jam session si unì, con nostro sommo sbigottimento, all'armonica a bocca uno dei più famosi anchorman e inviati del Tg2!

Ernesto era sempre fonte di sorprese. Una volta proprio a officina giovani venne a presentare il suo disco "Morning Maniac Music" e in una canzone parlava di un orientale che sognava di cantare Hotel California al karaoke. Quella sera riuscì a far cantare una di noi... proprio Hotel California!
EDP, come spesso firmava gli articoli, aveva un fiuto per i talenti musicali eccezionale, la storia del Rock Contest parla da se. Durante il periodo di erbamagazine ci parlava sempre di Samuel Katarro... e due anni dopo lo trovo su XL di Repubblica come una delle migliori figure indie. Un'altra volta portò, sempre ad Officina Giovani, un violinista e un chitarrista a me sconosciuti Joe Broughton e Kevin Dempsey... uno dei concerti acustici più furiosi che abbia mai ascoltato.

Ad Ernesto De Pascale non importava un fico secco di quanto eri famoso, ricco o conosciuto, da vero fiorentino ti squadrava e ti valutava per quello che valevi. Poi organizzava e lo raccontava.
Ciao Ernesto e grazie di tutto.

MG.