lunedì 14 dicembre 2015

"Tutto quello che siamo" - presentazione del nuovo libro di Federica Bosco

  •  perché leggere fa sempre bene
  •  per sorridere
  •  per sognare


Sabato, 12 dicembre 2015, è stato presentato a Firenze il nuovo libro di Federica Bosco. Luogo scelto per il piacevole dialogo, l’ex convento trecentesco delle Oblate che, dal 2007, ospita una biblioteca pubblica.

L’incontro si è svolto come una chiacchierata amichevole, con sorpresa finale, tra l’autrice e Carlotta Agostini, giornalista di Lady Radio. 

L’intervento di Lorenzo Degl'Innocenti, Federica Miniati e Nicola Pecci, attori teatrali, ha animato parte del tempo introducendo paragrafi del manoscritto in base alla conversazione.

Federica Bosco, scrittrice e sceneggiatrice fiorentina, ha pubblicato, dal 2005 ad oggi, ben 15 libri.




Le sue storie hanno come protagoniste sempre donne giovani, un po’ “sfigate”, illuse o disilluse, ma si concludono sempre con un lieto fine. Sono personaggi che vivono in un mondo reale, con le quali ci immedesimiamo, che vivono ai nostri giorni ma l’attuale realtà è solo un contorno, come se fossero all’interno di una bolla e il resto fosse lontano.

Una presentazione piacevole, piena di battute spiritose e tante risate conclusa con la visita, a sorpresa, di Fausto Brizzi, regista del film “Pazza di me” (2013) tratto proprio dall’omonimo romanzo (2012) della Bosco.




 

"Chiunque vi dica che avere 19 anni è una cosa fantastica, è un imbecille. E lo dice perché non si ricorda com'era avere quell'età. Non si ricorda come ci si sente a essere costantemente arrabbiati, confusi e diversi. Sbagliati, sfigati, soli e sempre con qualcosa in meno rispetto agli altri. No, non se lo ricorda perché dopo va anche peggio. Dopo ci sono gli impegni, le responsabilità, il lavoro, la casa, la famiglia, persone di cui occuparsi. Il tanto desiderato pacchetto completo del "diventare adulti". Peccato che io questa parte del pacchetto l'avessi già ricevuta prima del tempo. E senza nemmeno chiederla."

Tutto quello che siamo è il suo ultimo libro. Uscito in libreria il 27 ottobre 2015, è già alla prima ristampa. 

Ambiantato a Firenze, è la storia di Marina, diciannovenne piena di sogni che non si realizzano per difficoltà pratiche, non ha una madre, ha un padre prepotente che la disprezza, Filippo, un fratellino piccolo da accudire. La scuola, il lavoro, una vita difficile e nessun appoggio se non Ginevra, l’amica del cuore e, infine, Nicholas… tutto a 19 anni.
Questo libro è un inno all’amicizia, perché quando non hai una famiglia a sostenerti, gli amici diventano la tua famiglia ed è un’inno al rapporto di amore puro, vero e sincero che c’è tra lei e il fratello.


Non ci resta che leggerlo!



marel

lunedì 23 novembre 2015

Spectre - 007


  • La prima metà del film;
  • Le citazioni ai vecchi film di 007;
  • Il ruolo più attivo di M, Moneypenny e Q;


Non ho mai amato troppo il personaggio di James Bond. Troppe donne ai suoi piedi, troppo elegante, troppo perfetto.
Al tempo stesso, da piccolo aspettavo il momento nei film della "presentazione" dei gadget: orologi esplosivi, valigette stordenti, penne mortali e automobili con ogni tipo di arma. Non vedevo l'ora di vedere quando e come James usasse quell'arma segreta che aveva provato in quei magnifici laboratori.


James Bond è nel 2015 ancora vivo e vegeto, ed esce al cinema con "Spectre" con ancora una volta (forse l'ultima) Daniel Craig nei panni dell'agente segreto. La Spectre, per chi non lo sapesse, dai film e libri degli anni '70 è l'associazione criminale internazionale contro cui Bond combatte. L'italiano Adolfo Celi in Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono, è il numero 2 dell'associazione criminale Spectre e in questo film si sente la mancanza di un attore del suo calibro nel ruolo del cattivo.


Interessanti sono invece alcuni personaggi come M, Moneypenny e Q che, normalmente sono semplici comprimari alla trama, invece in Spectre hanno un ruolo attivo.

Senza rivelare troppo del film, possiamo dire che il film ha due andamenti diversi. La prima parte, quella con ambientazione messicana, italiana e austriaca, mantiene un'ottima suspence, utilizzando i misteri che già aveva tessuto il precendente film Skyfall. La seconda parte in Marocco e a Londra è sicuramente peggiore: via via che i misteri vengono svelati si cade nelle banalità e vizi di forma dei film della saga di 007.
Manca, come già detto, un attore di spessore come cattivo, qualcuno che metta veramente paura. Essere cattivi non è mai banale.


Vale la pena verdere Spectre?



Per gli amanti di 007 assolutamente si, è un tassello del puzzle che da oltre 50 anni appassiona i fan. Un capitolo interessante per la saga riniziata con Daniel Craig in Casino Royale. Inoltre ci sono citazioni (dalla pistola usata alla macchina) che sicuramente sono divertenti da scoprire. Per tutti gli altri, si ma non vi aspettate troppo.

M.G.

mercoledì 11 novembre 2015

Woman in Gold

  • Per una conoscenza in più sull'Arte
  • Per una conoscenza in più sulla Storia
  • Per una serata tranquilla 


Chi non conosce l'Adele d'oro del famoso Gustav Klimt (1907) non sa che la modella committente del quadro è Adele Bloch-Bauer I, zia acquisita del personaggio principale di questo film: Maria Altman, interpretata da Helen Mirren, è stata una dei tanti fortunati sopravvissuti all'olocausto.
Opera meravigliosa, il quadro, ostenta tutte le caratteristiche dell'Art Nouveau (Jugendstil in Germania, Secessione in Austria) con l'utilizzo di nuovi materiali, nuove tecniche, figure astratte e linee morbide che richiamano gli elementi della natura.

Nei primi anni di questo secolo, il governo austriaco, forse per sdebitarsi del danno compiuto dai nazisti, promulgò una legge attraverso la quale potevano essere recuperate, ormai dagli eredi, le opere che i nazisti avevano trafugato nelle case degli ebrei e, dopo la morte della sorella, Maria Altman che era fuggita in America prima della guerra, venne a conoscenza del fatto che la sorella stava provando ad avere indietro proprio le opere che kilt aveva dipinto per la zia e che quest'ultima aveva lasciato in eredità alle nipoti.

L'adele d'oro, dopo la seconda guerra mondiale, divenne il simbolo di Vienna e per nessuna ragione al mondo se ne sarebbero separati ma la determinazione della Altman e la bravura dell'avvocato che si è occupato del caso (Altman contro lo stato austriaco) hanno fatto si che l'Austria cedesse, restituendo tutto alla legittima proprietaria.


Woman in Gold, film di Simon Curtis, racconta la vita di questa donna e la lotta contro il governo austriaco per avere giustizia; la racconta come fosse una storiella insignificante dando l'impressione di aver dimenticato delle parti, invece di dare peso all'intensità della storia e alla forza della giustizia finale. Una donna sola e anziana, che vive dall'altra parte del mondo, contro uno stato intero, lei e il suo avvocato, Randol Schoenberg (interpretato da Ryan Reynolds), anche lui di origini austriache, che lottano per una giustizia che va oltre l'opera d'arte.

Sono quasi più belli i flash back della sua giovinezza nell'Austria dei primi anni '40 che la parte di storia contemporanea. Poteva essere un film potente, forse più sentimentale o, al contrario più razionale e impersonale ma il risultato, invece, è debole.
marel

venerdì 23 ottobre 2015

Poli Opposti

  • per una serata tranquilla al cinema
  • per cambiare genere cinematografico e tornare a casa leggeri
  • per il pubblico femminile: per rifarsi gli occhi! 

Poli Opposti, film di Max Croci.

Terapista di coppia lui (Stefano - Luca Argentero), avvocato divorzista incallita e cocciuta lei (Claudia - Sarah Felberbau), si incontrano e si scontrano per tutto il film in situazioni carine ma un po’ “insipide”… prevedibili, scontate.

Stefano e Mariasole (Anna Safroncik) vivono un matrimonio in crisi rimanendo insieme per salvaguardare le apparenze.
Claudia, mamma single di Luca (Riccardo Russo), donna apparentemente forte e decisa, passa le sere a guardare film romantici, in lacrime.
Le loro vite si incrociano quando Stefano decide che le apparenze non contano più e, stanco della moglie petulante, si trasferisce (casa e studio) in un appartamento di proprietà di Alessandro (Gianpaolo Morelli), amico d’infanzia ritrovato e marito bugiardo di Rita (Elena Di Cioccio).


L’appartamento si trova nel palazzo dove vive e lavora Claudia e, casualmente, sullo stesso pianerottolo.
Da questo trasferimento cominciano dispetti e litigi tra i due adulti che lavorano, uno per ricongiungere le coppie in crisi e l’altra per distruggere i mariti delle clienti che hanno chiesto il divorzio. 


Opposti nel lavoro quanto nelle personalità, pacato e razionale lui (secondo me troppo), “sclerata”, provocatoria e istintiva lei, si ritroveranno catapultati indietro nel tempo, un tempo lontano in cui erano stati inseparabili.
Attratti l’un l’altro ma orgogliosi, ripicca dopo ripicca, cedono e si ritrovano.
Quando si dice “gli opposti si attraggono!”
Perno dello sbocciare del loro “amore”, il figlio di lei, bambino vittima dei bulli della scuola che trova in Stefano, un fidato complice al quale si lega come un figlio. (Forse questa è la cosa più bella del film).


Un ottimo cast. Bravi gli attori ma, forse, un po’ sprecati per il tipo di film girato; nonostante l’impegno, alcune scene sembrano forzate e ad altre sembra manchino dei passaggi.
Commedia romantica che trasmette leggerezza nel senso buono del termine ma, probabilmente, con aspettative più alte del risultato finale.


Commedia scontata che ti fa riflettere sul rapporto uomo-donna (diverso nella fiction, rispetto alla realtà) e che alla fine lascia addosso quella sensazione di assenza, di mancanza di qualcosa nella pellicola.

marel

giovedì 22 ottobre 2015

Suburra

  • Per vedere due attori fuori dei loro ruoli abituale: il cattivo Amendola e il corrotto   Favino.
  • Perchè è prodotta dall'industria mediatica del futuro: Netflix.
  • Perchè è un ritratto di storia italiana contemporanea: dimissioni del Papa, Governo e la famiglia zingara dei Casamonica.


Dal 22 ottobre 2015 Netflix, il servizio di streaming online on demand, a pagamento, di film e serie televisive è disponibile anche in Italia.
Una rivoluzione silenziosa, che forse sarà potente mediaticamente o forse no.
Nelle sale, quasi contemporaneamente, esce il primo film, prodotto da Netflix insieme a Cattleya e Rai: Suburra, di Stefano Sollima.

Suburra è tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo (magistrato e autore anche di Romanzo Criminale, il libro sulla Banda della Magliana) e Carlo Bonini, lo stesso regista della serie di Gomorra e ACAB. 
Tutte queste influenze si sentono nell'opera cinematografica e diventano un marchio di fabbrica Made in Italy nelle produzioni nostrane.

Il film è ambientato a Roma, nei giorni tra il 5 e il 12 Novembre 2011. Sono i giorni in cui il Papa sta meditando di dimettersi e il governo è in crisi: il crollo delle istituzioni. 
Il potere politico è rappresentato dal parlamentare Filippo Malgradi (uno strepitoso Pierfrancesco Favino) ed intrecciato con quello della malavita di Samurai (un inedito Claudio Amendola) e l'alta borghesia romana (Elio Germano). Tra chiesa e casinò, tra famiglie malavitose zingare (il riferimento alla storia della famiglia Casamonica è impressionante) e band di Ostia (il personaggio forse meno riuscito è Numero 8 interpretato da Alessandro Borghi), Suburra è un film immediatamente violento e incisivo, un continuo ideale al mondo romano dopo la Banda della Magliana.




Una visione contemporanea dei polizieschi (o poliziotteschi come venivano chiamati) dei film anni '70, violenti, cinici e collusi con il potere.



Il processo di Mafia Capitale, il funerale del boss dei Casamonica che ha portato Roma sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, le dimissioni del sindaco Ignazio Marino e ancora la droga nella politica e la compravendita dei parlamentari, oltre ad una dose massiccia di sesso e violenza, inusuale per una produzione cinematografica italiana: tutto sembra riportare al film di Sollima, facendo si che realtà e fiction si mischino continuamente. Probabilmente è questa violenta credibilità che ha interessato le produzioni estere, tanto da portarli all'acquisto e alla distribuzione della pellicola.

M.G.

mercoledì 30 settembre 2015

Synchronicity

-Per la bellezza di Palazzo Pretorio, dall'ingresso fino alla splendida terrazza;
-Per le opere di arte contemporanea che illustrano la storia di quel periodo;
-Per la collezione permanente del museo civico pratese;




Esiste  attualmente nel mondo delle esposizioni di arte, la tendenza ad associare artisti ed epoche differenti in un'unica mostra o evento. Pochi giorni fa è stata inaugurata una mostra di Palazzo Strozzi, che unisce Van Gogh, Chagall e Fontana: un connubio quanto meno straniante. Sono in questa nuova tendenza rappresentati mondi lontani, opposti o semplicemente differenti che si incontrano o spesso, come nel caso di Syncronicity, si scontrano.

Questo incontro/scontro genera un piacevole contrasto, quando fa parte di un progetto ben preciso e studiato, come nel caso di Jeff Koons a Palazzo Vecchio. 
La statua dorata del ratto di Koons, posizionata in Piazza della Signoria, ben si allinea al David e al Nettuno.  Sarebbe probabilmente stato diverso, se al suo posto fosse stata messa la statua di Lady Gaga, come ha dichiarato di aver pensato l'artista in un'intervista.

Al contrario la mostra Syncronicity, curata da Stefano Pezzato nella bellissima cornice di Palazzo Pretorio a Prato, ha un effetto straniante sul visitatore. Si prova un senso di perdizione e quasi sorpresa nel trovarsi davanti a opere di arte contemporanea posizionate in mezzo alle grandi pale d’altare di Filippino Lippi e Donatello e camminare tra le Madonne rinascimentali imbattendosi in video degli anni '70 in bianco e nero, senza alcuna spiegazione alla relazione che li lega è un'esperienza inutile.

Prato - Palazzo Pretorio

Dal canto suo la mostra ha il pregio di avere opere di indubbio valore: si parte da una "Tavola apparecchiata" di Spoerri, il ritratto di Warhol della Mulas, un "taglio" di Fontana, una Nike di Samotracia di Klein, una Gioconda con i baffi di Duchamp accanto a una di Warhol e una fotografia di ferite della Abramovic. Senza contare le opere esposte normalmente nella collezione permante del museo di Palazzo Pretorio, quadri di inestimabile bellezza artistica.

Lucio Fontana - "Concetto spaziale" 1962

La mostra sembra una ricetta con ingredienti di indubbia qualità, ma che male si mischiano tra di loro, con una mancanza di logica che li unisce. 

Gli artisti in mostra fino al 10 Gennaio 2016 sono: Marina Abramovic, Vito Acconci, Matthew Barney, Vanessa Beecroft, Martha Colburn, Joseph Cornell, Vittorio Corsini, Marcel Duchamp, Sylvie Fleury, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Domenico Gnoli, Dan Graham, Yang Jiechang, Joan Jonas, Yves Klein, Eugenio Miccini, Alberto Moretti, Margherita Morgantin, Maria Mulas, Bruce Nauman, Luigi Ontani, Lucy+Jorge Orta, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella, Santiago Sierra, Keith Sonnier, Daniel Spoerri, Johan Van der Keuken, Andy Warhol, Gilberto Zorio.

M.G.

mercoledì 27 maggio 2015

Nessuno si salva da solo

- L'opera della scrittrice Mazzantini messa in scena dal marito regista.
- Un inaspettato vecchioni nella sua prima prova come attore
- Un momento per riflettere sull'incapacità di "crederci davvero"




Dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, con la regia di Sergio Castellitto,  "Nessuno si salva da solo", racconta la storia dell'ennesima famiglia disordinata e "sfasciata"!



"Un Riserva Ducale Oro del 2008" è la frase con la quale comincia tutto.
Il racconto di un amore ardente tra due persone segnate dal rapporto "malato" con i genitori, lei figlia di genitori separati convinta che i figli di genitori separati si separano a loro volta, lui frustrato dalla mancata autostima per le perenni critiche del padre.

Lodevole l'interpretazione degli attori protagonisti, Riccardo Scamarcio (Gaetano) e Jasmine Trinca (Delia), bravi nella rappresentazione del belloccio sbruffone e cinico che promette ciò che poi non mantiene e della donna impostata e piena di se ma, fondamentalmente, insicura.

Il film è un continuo flash back di ricordi, durante una cena al ristorante per decidere le vacanze dei due figli.
I due protagonisti, si ritrovano nel passato ad analizzare la loro vita insieme, dall'amore, dalla passione iniziale ai problemi da affrontare, al tradimento di lui, al disprezzo, al disamore fino alla separazione. 






È uno sfogo di insulti reciproci misti a risate e lacrime tra due persone che, in fondo, sembrano amarsi ancora ma che hanno ferite troppo profonde per risanarsi… o forse no!



"Comprotagonisti" nella scena principale sono una coppia di anziani, interpretati da Roberto Vecchioni e Anna Molina, innamorati come due ragazzini che sono stati capaci di superare, insieme, tante difficoltà non cedendo alle debolezze, alle insoddisfazioni e alle frustrazioni che la vita ha messo loro davanti, cosa ormai troppo spesso, purtroppo, all'ordine del giorno, che, alla fine della serata, si avvicinano al loro tavolo per bere insieme e uscire dal locale.

"Nessuno si salva da solo" è la frase che conclude quella passeggiata a 4 ed è esageratamente reale perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno o qualcosa per andare avanti… anche di un sogno!




Il film si conclude con "La sera dei miracoli di Lucio Dalla" … sarà un caso?



marel

martedì 12 maggio 2015

Florence Creativity

- Per curiosare tra mille differenti passioni e cercare la propria
- Per conoscere il mondo della creatività manuale
-  Per frequentare uno dei tanti corsi organizzati 

 

Si è conclusa domenica 10 maggio, alla Fortezza da Basso, la seconda edizione della kermesse fiorentina del hand made: Florence Creativity!


Una vetrina per dare spazio a chi ha voglia di fare nel campo manuale, che mette in evidenza tutto ciò che è unico, lavorato pezzo per pezzo senza l'uso delle ormai scontate macchine.



Il Florence Creativity è un evento fatto per chi di creatività e hand made ci vive e per chi, al contrario, vuole imparare e coltivare un hobby. Naturalmente nulla toglie, il fatto che potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso!

L'evento, durato 3 giorni, ha avuto un'ottima organizzazione ed è stato strutturato non solo per la "passeggiata rilassante" di alcuni curiosi e di chi è già pratico e crea con le mani ma soprattutto per chi ha voluto imparare tramite i differenti corsi tenuti dagli espositori. 
















Tra corsi di cucito, bricolage, pittura su stoffa, bomboniere di pasta di ceramica, bijoux ecc.. abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con uno degli espositori: Laura Ceccherini, 26 anni, dello stand Pane Arte e Fantasia.

Laura, come pensi sia andata la fiera per voi espositori? 

- Gli altri non lo so ma noi siamo contenti e ci siamo trovati molto bene
 

Hai trovato i visitatori interessati?
- Si molto interessati e affascinati.

Abbiamo visto che sono stati organizzati dei corsi, com'è andata?
- I corsi sono andati bene, erano tutti entusiasti soprattutto perché eravamo una grande novità per la fiera
 

Che tipo di target ha avuto la manifestazione?
- Ho visto persone di tutte le età ma soprattutto bambini.

Quali stand interessanti hai visto?
- Gli stand erano tutti interessanti ma, purtroppo, non ho avuto il tempo per vedere tutto per bene.
 

Laura, pensi che questa kermesse sia stata utile a livello pubblicitario per voi "aziende" del hand made? 
- Pensiamo sia stato utile a livello pubblicitario e sicuramente abbiamo avuto molta visibilità, speriamo che ci ricontattino e che si possano aprire nuove strade per altre fiere come questa.




Ringraziando Laura per la disponibilità, aspetteremo le prossime edizioni del Florence Creativity sperando nell'ennesimo successo di queste persone.


 *tutte le foto sono state prese dalla pagina facebook di Florence Creativity.

Elenco espositori:
Arcobaleno
Artoleria
Arteinseta
Arte nuova forma
Atelier delle idee
Ali Ch'ti Bouton
Bergamasco
Bettoni Gabriella
Cabochon Mania
Capricci di lana
Coordinamento tessitori
Country heart
Creattiva
Crochet Firenze
Cucilandia e filomania
Decorando
Risorse future
Dove cadono le stelle
Edizioni lumina
Ferramenta Giovanni
Fili e forme
Filincanto
Filofollia la merceria
Fiorerosso
Fiori di luna
Fuxia Firenze
Futura Premana
Gioie e dolori
Hobby creativi
Idee on line
Il bijoux che vale
Il camino dolce ungherese
Il cavallo a dondolo
Il filo di arianna
Il mondo di pezze
Impronte d'autore
Il risveglio dell'antico
Incartesimi
In joy - il piacere di creare
Yupplacraft
La fioraia pazza
L'ape pazza
Le bontà di Giulia
Le coccole
Le gemme creation Isola d'Ischia
Le petites folies
Le pietre di Mirtilla
Livio bijoux
Lo chalet delle fate
Maggiociondolo
Make your style
Mavi merceria
Mazuvi
Merceria Claretta
Monica Vinci
Morefil
Nik giro in giro
Oggetti e soggetti d'arte
Pachita artigianato
Pane Arte e fantasia
Pavoni by Illimani
Prinart
Scarabocchi 3D
Silvia Logi Artworks
Tosi Antonella
Trisomia 21 Onlus
Tutti a mano Luisa
Valentino vestito di nuovo
I delfini d'argento
Merceria tante idee
Zip e Color
Veronica country life
Studio Gaut




marel







domenica 3 maggio 2015

Kamikaze Number Five

-Per la bravura istrionica di Woody Neri;
-Per l'emozioni fastidiose provocate;
-Per riflettere all'uscita del teatro.





Lo spettacolo di Giuseppe Massa con la regia di Giuseppe Isgrò con Woody Neri è andato in scena al Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia il 24 aprile 2015 ed è una prima nazionale.

Woody Neri mette in scena un monologo delle ultime ore di un kamikaze mentre si prepara alla fine. La follia, i ricordi e i racconti del padre, del fratello e della madre si mischiano in un altalenarsi di emozioni. Pazzia, emozioni, gioia, orgoglio e dolore si mescolano senza nessuna sequenza logica apparente.

L'attore, bravissimo nel tenere la parte visionaria e nel cambiare tono registico, mette a nudo (in tutti i sensi) i suoi pensieri, senza far nessun riferimento politico preciso. Nessuno scenario è ben definito, nessuna situazione religiosa, nessun nemico è delineato, solo una parola per loro: Porci!

Allo scenario politico si sostituiscono le emozioni, forza e dolcezza, sofferenza e follia. Il tutto pesante e ruvido come un pugno avvolto nella carta vetrata.

Uno spettacolo sicuramente fastidioso e non rassicurante, una bravura attoriale eccezionale.

MG.