lunedì 23 novembre 2015

Spectre - 007


  • La prima metà del film;
  • Le citazioni ai vecchi film di 007;
  • Il ruolo più attivo di M, Moneypenny e Q;


Non ho mai amato troppo il personaggio di James Bond. Troppe donne ai suoi piedi, troppo elegante, troppo perfetto.
Al tempo stesso, da piccolo aspettavo il momento nei film della "presentazione" dei gadget: orologi esplosivi, valigette stordenti, penne mortali e automobili con ogni tipo di arma. Non vedevo l'ora di vedere quando e come James usasse quell'arma segreta che aveva provato in quei magnifici laboratori.


James Bond è nel 2015 ancora vivo e vegeto, ed esce al cinema con "Spectre" con ancora una volta (forse l'ultima) Daniel Craig nei panni dell'agente segreto. La Spectre, per chi non lo sapesse, dai film e libri degli anni '70 è l'associazione criminale internazionale contro cui Bond combatte. L'italiano Adolfo Celi in Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono, è il numero 2 dell'associazione criminale Spectre e in questo film si sente la mancanza di un attore del suo calibro nel ruolo del cattivo.


Interessanti sono invece alcuni personaggi come M, Moneypenny e Q che, normalmente sono semplici comprimari alla trama, invece in Spectre hanno un ruolo attivo.

Senza rivelare troppo del film, possiamo dire che il film ha due andamenti diversi. La prima parte, quella con ambientazione messicana, italiana e austriaca, mantiene un'ottima suspence, utilizzando i misteri che già aveva tessuto il precendente film Skyfall. La seconda parte in Marocco e a Londra è sicuramente peggiore: via via che i misteri vengono svelati si cade nelle banalità e vizi di forma dei film della saga di 007.
Manca, come già detto, un attore di spessore come cattivo, qualcuno che metta veramente paura. Essere cattivi non è mai banale.


Vale la pena verdere Spectre?



Per gli amanti di 007 assolutamente si, è un tassello del puzzle che da oltre 50 anni appassiona i fan. Un capitolo interessante per la saga riniziata con Daniel Craig in Casino Royale. Inoltre ci sono citazioni (dalla pistola usata alla macchina) che sicuramente sono divertenti da scoprire. Per tutti gli altri, si ma non vi aspettate troppo.

M.G.

mercoledì 11 novembre 2015

Woman in Gold

  • Per una conoscenza in più sull'Arte
  • Per una conoscenza in più sulla Storia
  • Per una serata tranquilla 


Chi non conosce l'Adele d'oro del famoso Gustav Klimt (1907) non sa che la modella committente del quadro è Adele Bloch-Bauer I, zia acquisita del personaggio principale di questo film: Maria Altman, interpretata da Helen Mirren, è stata una dei tanti fortunati sopravvissuti all'olocausto.
Opera meravigliosa, il quadro, ostenta tutte le caratteristiche dell'Art Nouveau (Jugendstil in Germania, Secessione in Austria) con l'utilizzo di nuovi materiali, nuove tecniche, figure astratte e linee morbide che richiamano gli elementi della natura.

Nei primi anni di questo secolo, il governo austriaco, forse per sdebitarsi del danno compiuto dai nazisti, promulgò una legge attraverso la quale potevano essere recuperate, ormai dagli eredi, le opere che i nazisti avevano trafugato nelle case degli ebrei e, dopo la morte della sorella, Maria Altman che era fuggita in America prima della guerra, venne a conoscenza del fatto che la sorella stava provando ad avere indietro proprio le opere che kilt aveva dipinto per la zia e che quest'ultima aveva lasciato in eredità alle nipoti.

L'adele d'oro, dopo la seconda guerra mondiale, divenne il simbolo di Vienna e per nessuna ragione al mondo se ne sarebbero separati ma la determinazione della Altman e la bravura dell'avvocato che si è occupato del caso (Altman contro lo stato austriaco) hanno fatto si che l'Austria cedesse, restituendo tutto alla legittima proprietaria.


Woman in Gold, film di Simon Curtis, racconta la vita di questa donna e la lotta contro il governo austriaco per avere giustizia; la racconta come fosse una storiella insignificante dando l'impressione di aver dimenticato delle parti, invece di dare peso all'intensità della storia e alla forza della giustizia finale. Una donna sola e anziana, che vive dall'altra parte del mondo, contro uno stato intero, lei e il suo avvocato, Randol Schoenberg (interpretato da Ryan Reynolds), anche lui di origini austriache, che lottano per una giustizia che va oltre l'opera d'arte.

Sono quasi più belli i flash back della sua giovinezza nell'Austria dei primi anni '40 che la parte di storia contemporanea. Poteva essere un film potente, forse più sentimentale o, al contrario più razionale e impersonale ma il risultato, invece, è debole.
marel