-Per farsi trascinare dalle atmosfere oniriche
"Lynchiane"
-Per non lasciarsi sfuggire uno spazio che può far
invidia a una metropoli Europea.
-Perchè una volta usciti, avrete voglia di
riprendere in mano la vostra macchina analogica.
È tornato David Lynch.
Non con un nuovo film, né con
il sequel di Twin Peaks, neanche con un nuovo album, ma con una mostra fotografica dal titolo David Lynch:
The Factory Photographs, che dal 17 settembre al 14 dicembre troverete al
MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) Centro Polifunzionale
di Bologna. L'esposizione è curata da Petra Giloy-Hirtz, in collaborazione con MAST e The Photographers' Gallery.
Centoundici scatti in bianco
e nero di luoghi abbandonati e fumosi, geometrie intriganti, comignoli e
ciminiere di fabbriche silenziose e
decadenti, cortili abbandonati, foto scattate tra il 1980 e il 2000 a Berlino,
in Polonia, New York, New Jersey e Inghilterra.
Lynch ha il potere di
rinnovarsi in ogni forma d'arte a cui si approccia e la sua poetica traspare
come un marchio di fabbrica, sprigionata dalla grana delle sue foto,
esclusivamente in bianco e nero.
Nella prima sala, una sua
citazione ci spiega il suo rapporto con l'oscurità, che ancora una volta è un
tema centrale del suo lavoro.
Abbiamo tutti una zona
d'ombra con cui spesso è difficile
mettersi in contatto, è buia, fa paura e rinchiude disagi e rancori,
dubbi e ingiustizie subite.
Proprio attraversando il
buio, spiega Lynch, che prende forma ciò che temiamo e di conseguenza si fa più
chiaro quello di cui non possiamo fare a
meno.
E alla fine anche il buio è
illuminante.
Questo è il concetto che si
cela dietro agli anfratti nascosti delle fabbriche abbandonate di Lynch. Luoghi
silenziosi in cui una volta risuonava il boato incessante delle macchine
industriali e che ora sono dominati da un silenzio inquietante, che fa
riflettere sul passato e sul presente.
Fanno parte della mostra una
selezione dei suoi primi cortometraggi, meno noti al grande pubblico, che
verranno proiettati a ciclo continuo all’interno del percorso espositivo:
Industrial Soundscape, Bug Crawls, Intervalometer: Steps.
(Mark Berry, Portrait of David Lynch, Courtesy of the artist)
La fondazione Mast, nata nel
2013, promuove progetti di innovazione sociale e culturale, nasce da un intervento di trasformazione di
una vecchia area industriale dimessa. II luogo e i contenuti della mostra,
sembrano così tenuti insieme da un sottile filo rosso che collega il tutto. Ma
c'è qualcosa che non quadra.
Il design in legno chiaro e
trasparenze, che caratterizza la struttura innovativa della Gallery, contrasta
nettamente con le atmosfere noir evocate dalle foto. Un paradosso o una
provocazione?
Ovviamente, mistero.
Martina Traversi.
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