domenica 12 ottobre 2014

Serie televisive: GIRLS.

- Il talento espressivo di Lena Dunham 
- L’ottima colonna sonora
- Perché siamo tutti un po’ imperfetti


Quattro amiche, New York, sesso, amore… no, non state leggendo l’ennesima recensione easy-chic su Sex and the City, perché Girls non è la solita commedia romantica di quattro amiche alla ricerca del grandeamore nella grandemela, con in mano carte di credito illimitate e ai piedi Manolo Blahnik; Girls è profondo e riflessivo, mai banale.
Le puntate, che ruotano intorno a quattro piccole e imperfette donne che affrontano l’età adulta, sono scandite da un’elegante semplicità romantica e da una forza espressiva potente capace di comunicare esplicitamente e senza censure.



 
Lena Dunham, scrittrice, produttrice e anche regista di questa serie firmata HBO, racconta attraverso gli occhi di Hannah, suo alter ego e che lei stessa interpreta, la vita quotidiana della sua generazione; di come sia complessa e difficoltosa la vita alla soglia dei trent’anni, quando si è alla ricerca di un lavoro lontano da casa e si ha la frustrazione di raggiungere un obiettivo, della paura di deludere la propria famiglia o, ancora, di come ci si possa sentire vuoti in una relazione sbagliata, ma anche della solitudine quando si cerca di affrontare il mondo così apparentemente e maledettamente ostile, che ci chiede di essere perfette e sempre all’altezza, mentre la sola cosa che si prova è inadeguatezza.

 
I personaggi di Girls non vogliono risultare simpatici e belli ad ogni costo per attrarre il pubblico, perché la bellezza e la fortuna di questa serie si basa sull’interpretazione e sulla scelta di immagini e riprese semplici ma incisive, dove il realismo espressivo dei singoli riesce comunque a creare un gruppo eterogeneo nel quale ogni spettatore, giovane e non, può misurare la propria vita.


Nesh.

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