- Per conoscere una parte di belle époque italiana
- Per vedere gli occhi profondi e reali delle sue tele
"In un ritratto quel che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l'espressione giusta, il resto viene da sé"
Si è conclusa a metà dicembre la mostra dedicata all'artista toscano, Vittorio Corcos.
Installata a Palazzo Zabarella di Padova, a cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, l'esposizione ha fatto conoscere uno dei pittori di maggior rilievo della Belle époque italiana.
Vittorio Corcos, pittore livornese formatosi prima all'Accademia di belle arti di Firenze e poi a Parigi, nella casa d'arte Goupil e nello studio del ritrattista Léon Bonnat, illustra i suoi dipinti in modo realistico, con una precisione nei particolari da far venire la pelle d'oca.
Gli oggetti sembrano veri, da aver voglia di toccarli, i suoi personaggi sembrano vivi, reali e la luce che dipinge nelle sue opere contribuisce in modo essenziale in questo.
Vittorio Corcos - Autoritratto (1913) |
L'esposizione è un percorso all'interno della vita del pittore e ci mostra i luoghi e le persone che ha frequentato e con le quali ha avuto scambi di amicizia e lavorativi.
Troviamo ritratti di Giosuè Carducci, Ulvi Liegi, Silvestro Lega e molti altri noti personaggi che frequentarono il suo salotto fiorentino.
Vittorio Corcos - Ritratto di Giosuè Carducci |
I suoi dipinti passano da ambientazioni toscane quali le spiagge e il mare di Castiglioncello e Forte dei Marmi ("La Famiglia Moschini" - 1910, "In lettura sul mare" -1910 ca.) ai giardini parigini ("Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne" - 1883/85, "Ore tranquille" - 1885 ca.) dove mostra la vita moderna delle persone e soprattutto delle donne, quelle donne affascinanti come poteva essere il fascino dell'epoca, donne dallo sguardo languido ma, allo stesso tempo, forti, indipendenti, acculturate.
L'attrazione per questa stessa "prepotenza femminile" rimane nella sua pittura anche nel periodo successivo al soggiorno parigino, quando si stabilisce a Firenze.
Dipinge donne e bambini dai visi seri, concentrati nelle loro azioni ma addolciti dai particolari e dai colori dell'intero ritratto, dalla farfalla poggiata sulla spalla e il fiocco azzurro tra i riccioli biondi della piccola "Adriana" (1897), al chiarore e alla purezza della meravigliosa "La Parigina" (1897 ca.) per passare al ritratto che divenne l'opera più importante e conosciuta del pittore: "Sogni" (1896); ritratto di Elena Vecchi, figlia minore di Jack La Bolina, che mostra una donna disinvolta, quasi menefreghista, indipendente e cosciente della sua vita.
Da qui, Corcos diventa il pittore per eccellenza del ritratto femminile, sottolineando, attraverso i colori, tutti i panneggi e i movimenti dei vestiti che richiamano la pittura seicentesca.
Una bella mostra, organizzata in modo eccellente, in una location splendida che ci ha immersi nella bellezza materica di questo pittore.
marel
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