Siamo abituati a vedere George Clooney nei panni dell'uomo cool senza problemi, vestito di tutto punto e senza problemi, l'uomo Nescafè ristretto. Nonostante tutto il buon George cerca spesso ruoli fuori dallo "splendido brizzolato" come nelle "Idi di Marzo" o "Good Night, and Good Luck " e come in questa pellicola appunto. Il regista Alexander Payne indaga sul senso di lutto in un ambito familiare difficile, ma reale: il capofamiglia Matt King (George Clooney) si trova a gestire oltre ad una vendita di un enorme quantità di terreno per conto dei suoi cugini, la moglie in coma, il rapporto non semplice con le due figlie e una serie di personaggi alquanto insoliti (dal suocero all’amico fumato della figlia). Il tutto si svolge nelle isole Hawaii fuori dall’immaginario cinematografico con un caldo inverno oceanico, il look dei personaggi con camicie sgualcite a fiori, case e piscine non perfettamente pulite, insomma un atmosfera molto reale. Il maggior pregio del film è quello di trattare un tema difficile come il dolore (e la rabbia) per un lutto senza retorica e riuscendo a strappare qualche risata amara benefica. Forse meritava qualcosa in più alla notte degli oscar.
MG.
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