mercoledì 20 marzo 2013

Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores.


-La bravura di Salvatores di dipingere continenti differenti;
-L'espressività di tutti i protagonisti;
-Del fascino del paradosso di valori/violenza;


Tratto dal magnifico primo libro di Nicolai Lilin, Educazione Siberiana narra la fine di un'epoca, quella degli "onesti criminali" (un ossimiro come dichiarano gli autori) siberiani costretti dai russi a una migrazione forzata in Transnistria. In questa comunità criminale due bambini, Nicolai "Kolima" e Gagarin crescono, imparando dal saggio "nonno" Kuzya (un magistrale John Malkovic) i valori della propria comunità. Dal sapere a chi si può rubare, al divieto di spacciare, al rispetto per i poveri, al forse senso religioso fortemente iconografico.



Nicolai e Gagarin crescono insieme ad altri due ragazzi Mel e Vitalic rubando e picchiando giovani di altri quartieri fino all'arrivo di una presenza femminile: la figlia del nuovo medico, Xenya. Questa rappresenta nel film la parte più delicata e sensibile della comunità siberiana. Xenya deve essere protetta perchè è diversa, è una voluta da Dio.


I due protagonisti (due bravi esordienti lituani, Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius) si dividono e si ritrovano tra il freddo della neve, il clima austero della prigione, continui flashback dalla Cecenia (presente nel secondo libro di Linin e non nel primo, almeno non come nel film), il significato dei tatuaggi (il tatuatore è come un confessore a cui raccontare la propria vita e sarà lui a trasformarla in simboli sul corpo del confesso), Educazione Siberiana è la storia di un'epica tragedia.


Proprio come la fine dei Samurai per il periodo medievale Edo del Giappone e il mondo di Corleone nella saga del Padrino (anche qui sono l'ingresso della droga e la bramosia per i soldi a corrompere i protagonisti), Educazione Siberiana racconta un mondo che non esiste più, seppellito da una nuova e viziata Russia occidentalizzata.



Dal 4 al 7 Aprile la versione teatrale di Educazione Siberiana sarà al Teatro Metastasio di Prato.

MG

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