mercoledì 5 febbraio 2014

Coez - Live al Viper.


- Hip-hop.
- Pop? Elettronica?!?
- La nuova musica italiana.

Se un paio di anni fa mi avessero chiesto "quali saranno i nuovi artisti emergenti interessanti nella scena musicale italiana" avrei risposto: Dente, Brunori Sas e I Gatti Mezzi. Se mi fate la stessa domanda adesso rispondo: Coez.

Coez non è un esordiente; rapper romano con la sua crew Brokenspeakers suona da anni sui palchi della scena hip-hop di tutta Italia. Poi qualcosa in lui cambia, come se l'hip-hop non gli bastasse più, come se cercasse nuove sonorità, nuovi spazi musicali. L'album "Non erano fiori" prodotto da Riccardo Senigallia (già produttore di Tiromancino e Luca Carboni) ne è la conferma.



Reduce da un concerto strapieno all'Atlantico di Roma con tutta la band, Coez si è presentato venerdì 31 gennaio in  formazione minimale, molto hip-hop: un mc e un deejay!

Il pubblico (in particolare quello femminile) conosce bene i brani di Coez, anche se non passano in airplay dalle radio nazionali. Dai pezzi più lenti come "Ali sporche" e "Lontana da me" a "Hangover" e "Invece No" che fanno saltare il pubblico, i ragazzi ballano, cantano e lo chiamano "SILVANOOO!". Sintomo che a volte youtube, spotify e qualche passaggio su MTV funzionano molto più delle blasonate major.




La sala non pienissima e il clima un po' minimale fanno si che il concerto non sia quella botta di energia che meriterebbe di avere. Coez rappa con stile e canta con altrettanta forza. Le parole dei suoi pezzi parlano di storie d'amore finite, di solitudine, di bicchieri pieni e svuotati ("E invece no" è la "Reahab" di Amy Winehouse in versione italiana) e sono scelte, sempre, molto accuratamente. La stoffa dell'artista c'è, forse ci vuole uno show più costruito a tavolino. Come per Brunori? ne riparliamo presto!



MG

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