-Per il senso dell’amicizia profonda.
-Per l’amico immaginario che è dentro di noi.
“Mi
chiamo Budo.
Esisto da cinque anni.
Cinque anni è una vita lunghissima per uno come me.
È stato Max a darmi questo nome.
Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi."
Esisto da cinque anni.
Cinque anni è una vita lunghissima per uno come me.
È stato Max a darmi questo nome.
Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi."
Max è un bambino di nove anni, affetto dalla
sindrome di Asperger. Per lui la vita è piuttosto complicata. Relazionarsi con
gli altri è difficile, andare a scuola è traumatico. Max detesta il contatto
fisico e i baci della mamma lo paralizzano, qualsiasi cambiamento lo
destabilizza così spesso si blocca e per alcuno ore perde il contatto con il
mondo che lo circonda. Max vive dentro se stesso e per questo è molto solo.
Budo ha cinque anni, non dorme mai, passa le sue nottate al distributore di benzina o in giro per la città. Passa facilmente attraverso porte e muri ma non può entrare in contatto con gli oggetti. Budo non lascia mai da solo Max, è sempre al suo fianco, pronto a suggerirgli la risposta nei momenti di difficoltà, a calmarlo e a tranquillizzarlo quando ha paura.
Budo è il migliore amico di Max.
Budo è immaginario, è il frutto della creatività di Max.
Nonostante i suoi problemi, Max è un bambino coraggioso. E’ diverso da tutti gli altri bambini, e per questo i coetanei lo prendono in giro o lo ignorano. La mamma cerca di farlo migliorare e gli ruba i baci di notte, il papà lo tratta come se fosse qualcun altro imponendo di calciare un pallone in un gioco che proprio non capisce e la maestra Gosk, pur essendo la miglior maestra del mondo, lo tratta in modo strano. Nessuno considera Max un bimbo normale, anzi tutti lo vorrebbero diverso, ma nonostante questo, lui continua ad alzarsi, a prendere l'autobus e ad andare a scuola. A vivere, insomma.
Budo ha cinque anni, non dorme mai, passa le sue nottate al distributore di benzina o in giro per la città. Passa facilmente attraverso porte e muri ma non può entrare in contatto con gli oggetti. Budo non lascia mai da solo Max, è sempre al suo fianco, pronto a suggerirgli la risposta nei momenti di difficoltà, a calmarlo e a tranquillizzarlo quando ha paura.
Budo è il migliore amico di Max.
Budo è immaginario, è il frutto della creatività di Max.
Nonostante i suoi problemi, Max è un bambino coraggioso. E’ diverso da tutti gli altri bambini, e per questo i coetanei lo prendono in giro o lo ignorano. La mamma cerca di farlo migliorare e gli ruba i baci di notte, il papà lo tratta come se fosse qualcun altro imponendo di calciare un pallone in un gioco che proprio non capisce e la maestra Gosk, pur essendo la miglior maestra del mondo, lo tratta in modo strano. Nessuno considera Max un bimbo normale, anzi tutti lo vorrebbero diverso, ma nonostante questo, lui continua ad alzarsi, a prendere l'autobus e ad andare a scuola. A vivere, insomma.
La vita di Max è quotidianamente scandita da regole che si è autoimposto, e che gli permettono di non entrare nel panico, cerca il suo filo logico nella confusione del mondo: la colazione si fa prima delle nove di mattina, altrimenti si sta digiuni fino al pranzo, e non si indossano mai più di sette indumenti per volta (scarpe escluse).
Ma un giorno la sua routine viene gravemente minacciata, Max viene rapito e l'unico che ha visto tutto è proprio l'unico che non può comunicare con nessuno se non con il bambino, il suo amico immaginario Budo.
Una storia profonda,toccante,che ci fa tornare
bambini e fantasticare su quello che potrebbe essere per noi l’immagine dell’amico
perfetto, come lo vogliamo noi.
Matthew Dicks, con il suo racconto ha toccato le
corde più profonde dell’animo di ognuno di noi,e con semplicità ha affrontato
un tema particolarmente difficile con una leggerezza unica.
Ciarrocks.
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