Il duemiladodici però, è stato una piccola eccezione! Se infatti i Natali di De Sica/Parenti ci hanno risparmiato, ok ci sono gli idioti (in confronto a Boldi/De Sica tutto grasso che cola) e De Sica c'è comunque stato, ma... ma la qualità ha battuto colpo, nella stagione natalizia 2012!
Tolto il ritorno di Tolkien con l'Hobbit, che o si ama o si odia, ci sono state buone pellicole sugli schermi cinematografici italiane, almeno tre.
Il primo è un film italiano, Una Famiglia Perfetta, di Paolo Genovese con Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Francesca Neri e una fantistica Ilaria Occhini. Un ricco uomo di mezza età (Castellitto) assume per i tre giorni di Natale una compagnia di attori per interpretare un vero e proprio copione familiare. Un film fuori dai canoni italiani (forse perchè è un adattamento a un film spagnolo?), che ritrae un quadro familiare surreale e finto, che può essere molto più vero di una reale famiglia. Ben fatto, mr. Paolo Genovese e complimenti al cast di attori credibili.
Il secondo film può essere considerato un nuovo classico nel suo genere e segna il ritorno di un grande attore e regista: Robert Redford. "La regola del silenzio", questo il titolo del film, narra della fuga di un padre di famiglia e avvocato (Redford) dopo che un giovane reporter (Shia LaBeouf) svela la sua vera identità con uno scoop giornalistico. L'avvocato è stato trent'anni prima un'attivista di un gruppo terroristico contro la guerra in Vietnam. Il film tiene l'attenzione per tutta la sua durata con un confronto tra attori di nuova generazione (Shia LaBeouf e Brit Marling) e quelli di vecchia generazione (Susan Sarandon, Nick Nolte e Robert Redford). Un po' surreale vedere come settantenni danno del filo da torcere al FBI, facendogli fare una brutta figura.
Vita di Pi è il terzo film di questo post, sicuramente il più affascinante dei tre. Tratto dall'omonino libro di Yann Martel, il film narra la storia dell'indiano Pi (dimunitivo di piscina) e del suo incredibile naufragio con una tigre feroce come compagna di scialuppa. Ang Lee usa tutta la tecnologia attualmente disponibile per dipingere le diverse fasi del film, in un mix tra narrativa indiana religiosa (nella prima parte) e scenografie tridimensionali faunesche (nella seconda parte). Spiritualità, racconto, fantasia e karma religiosi si susseguono tra le scene del film, creando un quadro spesso vertiginoso, ma sicuramente poetico.
Buone Feste e Buon Cinema!
MG.
non ne ho visto neanche uno di questi; non mi convincevano ma adesso riparerò!
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